FALSO PACHINO IGP, I CARABINIERI MULTANO UN RISTORATORE

“Il nostro prodotto è uno dei più soggetti a falsificazione dell’intero settore agroalimentare” – commenta il Presidente Salvatore Lentinello – “Purtroppo il canale HORECA è uno dei più difficili da controllare e, nonostante il grande sforzo degli agenti vigilanti, continuano a verificarsi tristi casi come questo. Si tratta per noi di un grave danno perché il consumatore pensa di trovarsi di fronte a un prodotto con determinate caratteristiche qualitative e, invece, la tipologia contraffatta non soddisfa le sue aspettative. In questo modo – prosegue Lentinello – si abbassano le richieste e i consumi e chi si avvicina al nostro pomodoro non ha la risposta in termini qualitativi che si aspettava”.

Lo scorso anno il Consorzio ha attivato un’importante campagna di controllo su Roma, che è stata ripetuta anche quest’anno. I dati sono piuttosto allarmanti: su 50 ristoratori con il brand Pachino IGP a menù, solo poco più di una decina aveva realmente la rintracciabilità richiesta.

Nel mese di ottobre, i reparti Tutela Agroalimentare (Rac) di Torino, Parma, Roma, Salerno e Messina, hanno controllato 17 aziende della filiera agroalimentare operanti sul territorio nazionale accertando numerose violazioni in materia di rintracciabilità ed etichettatura.

Sono stati sequestrati 3.497 kg di prodotti (mangimi, miele e alimenti vari) ed il titolare di un ristorante è stato denunciato per tentata frode in commercio poiché dichiarava in menù ingredienti a marchio protetto (Prosciutto San Daniele Dop, Parmigiano Reggiano Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Pomodoro Pachino Igp) in realtà mai acquistati dall’esercizio commerciale.

Comminate 10 sanzioni per un ammontare complessivo di 26.785 euro e diffidati i titolari di due aziende per pratiche sleali d’informazione sugli alimenti.

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