POMODORO DI PACHINO: PIÙ PRODUZIONE CERTIFICATA E PIÙ SOCI ISCRITTI AL CONSORZIO

Serre iper tecnologiche, focus sulla lotta integrata e nel 2018 sono stati superati i 10 milioni di kg a marchio IGP. Gode di buona salute il Consorzio di Tutela IGP Pomodoro di Pachino. Ne abbiamo parlato con il presidente Salvatore Lentinello e con il direttore Sebastiano Barone

Sono nati negli anni ’60 quando le serre erano capanne di canna, la cooperazione tra produttori si doveva ancora affermare e e il pomodoro di Pachino come lo conosciamo oggi era ancora una storia tutta da scrivere. «Abbiamo registrato un incremento di prodotto nel 2018: 10 milioni di kg prodotti a marchio IGP – ci spiega il presidente del Consorzio

Salvatore Lentinello –. Con il progetto produttori abbiamo incentivato l’iscrizione al Consorzio ovvero chiunque avesse le caratteristiche poteva iscriversi: siamo passati da 103 a 150 soci mentre abbiamo ridotto del 75% la quota di iscrizione per i condizionatori (organizzazioni che raccolgono il prodotto dai coltivatori, ndr) e questa iniziativa ha portato a nuovi ingressi». La struttura organizzativa si rafforza ed è un bene secondo il direttore Sebastiano Barone: «Pensiamo al miglioramento varietale. Sul mercato sono in commercio una eterogeneità di varietà e questo può portare confusione tra i produttori non organizzati. La nostra struttura permette di orientare e non far sbagliare il produttore grazie agli studi, alle ricerche, alle analisi di mercato».

BATTERE LA CONCORRENZA CON LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE

Da una parte l’organizzazione dall’altra più la luce solare (qui assume l’intensità più alta d’Europa), più acqua (rigorosamente salmastra da disciplinare), più terra (tre ingredienti da rispettare per avere il bollino IGP). Ecco gli ingredienti che fanno il successo del pomodoro a Pachino. Quindi, al riparo dalla concorrenza? «Questa c’è sempre, pensiamo ai prodotti di provenienza estera. Il consumatore, nonostante la qualità del nostro prodotto, può dirigersi verso altre scelte d’acquisto con un prezzo minore – avverte il presidente Lentinello -. Ma noi crediamo nella sostenibilità integrale ovvero ambientale, culturale ed economica per coltivatori e dipendenti. Dobbiamo dimostrare al consumatore che vale la pena di spendere un po’ di più perché così si sostiene un sistema virtuoso». A questo proposito c’è un programma di certificazione sociale, adottato da molti associati: «La sostenibilità è data oltre che dalla giusta remunerazione anche dalla formazione ed informazione portata al dipendente. La Global Gap e G.R.A.S.P – Global gap Risk Assessment on Social – sottolinea il presidente – è sempre più richiesta. Ma la certificazione ha un costo che si ripercuote sul prezzo finale del prodotto».

UNA SUPERFICIE DA 1500 ETTARI, 150 SOCI E 4 MILA LAVORATORI SUL TERRITORIO

Una sempre maggiore qualità è l’obiettivo degli agricoltori siciliani che coltivano il pomodoro di Pachino su una superficie coperta da 1500 ettari. I soci del Consorzio sono 150, più 28 condizionatori per un totale di circa 4 mila lavoratori impiegati nei campi, non tutti legati al Consorzio. «Non abbiamo un dato ufficiale, ma possiamo fare questa stima perché conosciamo il territorio. Ci sono aziende con anche 200 dipendenti – afferma il presidente – e conosciamo la media dei dipendenti dei condizionatori e lo zoccolo duro composto dai piccoli produttori che coltivano tra 1 e 2 ettari».

UN POMODORO BUONO, MA ANCHE SICURO E TRACCIABILE

Massima attenzione alla sicurezza del prodotto, non basta la bontà. «Siamo passati dalla lotta a calendario, empirica e spietata con i trattamenti chimici ad una razionalizzazione con l’adozione della lotta integrata. Utilizziamo gli insetti predatori e anche l’impollinazione non è più chimica grazie all’uso del bombus terrestris immesso all’interno della serra» sottolinea il direttore Barone che insiste sul tema della sicurezza alimentare legandola alla tracciabilità, quest’ultima «assicurata dal lavoro con l’Istituto di certificazione della Regione Sicilia».

A DICEMBRE IGP DAY E NOVITÀ (SOSTENIBILI) SUL PACKAGING

Prossime novità? «Abbiamo in cantiere diverse iniziative. Nel mese di dicembre, di solito nella seconda decade, riuniamo tutti gli associati nel IGP Day dove oltre alla rendicontazione presentiamo e condividiamo i nuovi progetti». Non si sbilancia il presidente, ma ci sarà qualche novità sul lato packaging/sostenibilità. E intanto si investe sugli chef e sulla cucina di qualità con diversi eventi.